Bacche di goji, che passione!
Ciao a tutti amici e amiche, ben ritrovati!
Visto che nell’ultima puntata abbiamo parlato di due fantastici superfood, i semi di chia e la spirulina, ho pensato bene (anche perché mi è stato suggerito) di completare l’opera parlando di un altro superfood molto chiacchierato, almeno negli ultimi anni: le bacche di goji (o goji berries).
Le bacche di goji sono davvero delle superstar: tutti ne parlano, tutti le vogliono, ma nessuno sa di preciso cosa siano, di cosa sappiano, dove si comprino e come si possano utilizzare. Un po’ come i semi di chia, la spirulina e l’avocado, questi piccoli frutti di colore rosso vivido non sono granché familiari alla scena italiana, sono infatti di origine cinese, per la precisione giungono dall’Himalaya.
Negli ultimi anni queste bacche sono diventate talmente popolari che se prima venivano vendute soltanto nei negozi biologici, adesso è possibile trovarle non solo nei grandi supermercati, ma addirittura in catene quali Tiger, che nel suo reparto “food” ospita diversi tipi di spezie e frutta secca.
Come dicevo, tutti fanno a gara nell’aggiudicarsi le bacche di goji. Perché? Beh, se sono annoverate fra i famosi (o famigerati) superfood, un motivo di fondo c’è… quello che di solito fa desistere dall’acquistarle è il loro prezzo, per molti decisamente proibitivo. Un sacchettino contenente pochi grammi arriva a superare anche i 5 €, quindi il consumatore medio, visti i tempi di crisi, due conti in tasca se li fa… e ne ha ben donde!
Dato che sono così costose, vi starete chiedendo a cosa servano, e cosa ci si può fare. Vediamolo subito!
Le bacche di goji (all’anagrafe Lycium barbarum, famiglia delle Solanaceae, la stessa dei pomodori) vengono vendute quasi prevalentemente essiccate, anche se è facile trovarle sugli scaffali dei negozi biologici sotto forma di succo, di infuso o di conserva (che somiglia al concentrato di pomodoro per quanto è rossa). Riconoscerete facilmente queste bacche, sono piccole e decisamente rosse, esteticamente a me ricordano un po’ i cranberries, i mirtilli rossi americani. Il loro gusto è a metà fra il dolce e l’aspro (tipo il lampone), e vengono consumate così come le vedete, essiccate (se si trovano fresche nessuno vieta di mangiarle, comunque), da sole o in aggiunta a insalate, yogurt, muesli e perfino in qualche panino particolare.
Ciò per cui le bacche di goji sono tanto rinomate non è il loro gusto, bensì le tante proprietà che racchiudono in pochi grammi. La qualità che le contraddistingue maggiormente riguarda l’azione antiossidante e la lotta ai radicali liberi, di cui sarebbero delle vere campionesse. E’ stato scientificamente dimostrato che queste bacche rallentano enormemente l’invecchiamento e la degenerazione cellulare, oltre a rivelarsi efficaci nella prevenzione del cancro.
Altro pregio di questi piccoli frutti – e altro motivo per cui sono tanto amati, soprattutto tra gli sportivi – è che sono altamente stimolanti ed energizzanti. Non è un caso che si trovino spesso in barrette energetiche destinate a chi pratica sport, né che integrino bevande da consumare prima di una qualsiasi attività fisica (sì, qualsiasi attività fisica, ci siamo capiti!). Oltre a questi due importanti aspetti, si aggiunge la funzione regolatrice degli zuccheri e del colesterolo nel sangue, l’accelerazione del metabolismo e il potenziamento del sistema immunitario.
Scendendo nello specifico, è bene porre l’accento sull’elevato apporto proteico di queste bacche (12,3 gr in 100!), come anche l’importante presenza di potassio, di Vitamina C e Vitamina E, di betacarotene, di quasi tutte le vitamine del gruppo B e degli amminoacidi, che aiutano le proteine a “cementarsi”.
Insomma, penso di aver risposto un po’ a tutte le domande iniziali, c’è da essere soddisfatti, no?
Ah, dimenticavo… se siete allergici ai pomodori, tenetevi lontani dalle bacche di goji… potreste avere spiacevoli sorprese 🙂
Alla prossima!